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Ambient music from Sardinia: intervista a Perry Frank

Ho avuto il piacere di intervistare il musicista ambient Perry Frank ad aprire una serie di incontri con compositori sperimentali che comparirà su questo blog durante il 2020. Buona lettura!


ROCCO: Ciao Francesco! La prima domanda è sempre quella di rito: dove vivi, background musicale, quando hai iniziato a suonare…

FRANCESCO: Mi chiamo Francesco Nicola Perra, il nome del mio progetto musicale è Perry Frank, vivo ad Iglesias, nel sud-ovest della Sardegna. Ho iniziato a suonare nel lontano 1996 a 16 anni. Il mio background musicale è molto vario ed è il frutto di tutta la musica che ho ascoltato da quando avevo 5 anni. Comprende band come i Beatles, Pink Floyd e gli U2 che adoravo già da bambino, poi col tempo si è allargato a Nirvana, Soundgarden, Smashing Pumpkins, Nine Inch Nails, Boards of Canada, Stars of the Lid eSigur Ros, solo per citarne alcuni.


R.: Quando e perchè hai deciso di approfondire e adottare personalmente un linguaggio ambient?

F.: Ho cominciato ad ascoltare l'ambient grazie agli U2. Il loro produttore e artefice del loro sound è stato per molti anni Brian Eno. La loro collaborazione mi ha fatto scoprire un musicista con un approccio alla musica completamente diverso da tutto quello che avevo ascoltato in precedenza. Il suo universo musicale di cui mi sono follemente innamorato è senza confini e tutt'ora influenza buona parte della mia produzione.

R.: E’ evidente, guardando i tuoi video, il piacere di suonare la tua musica in mezzo alla natura. In tal senso che ruolo ha l’atmosfera della tua terra natia, la Sardegna, sia dal punto di vista paesaggistico che culturale?

F.: Le Ambient Sessions sono state quasi una necessità. Ho cominciato a registrarle nel 2014, ero deluso dal poco riscontro dei tre dischi che fino a quell'anno avevo pubblicato e dalla scarsa possibilità di suonarli dal vivo in Sardegna e anche nel resto d'Italia. Ero quindi ad un bivio, o smettere di suonare oppure trovare un modo nuovo di promuovere la mia musica. Ho scelto di continuare, riprendendo le redini di un canale Youtube destinato ai miei live, che avevo aperto nel 2013 e che era rimasto inutilizzato per diverso tempo.Registrare video in cameretta o al massimo in uno studio di registrazione però avrebbe finito per mescolarmi all'enorme quantità di canali che pubblicano contenuti di questo tipo. Ho scelto quindi di “usare” i bellissimi e selvaggi paesaggi sardi sia come “sala di registrazione” che come fonte di ispirazione musicale.

La Sardegna è lontanissima dall'ambient sia come tradizione che come scena musicale presente ora nell'isola, infatti vanno di moda il jazz, il blues e il reggae. La scelta di suonare ambient di certo non mi aiuta neanche a livello locale, ma grazie a Youtube ho messo fine al mio isolamento e la mia musica ha trovato una sorta di ponte ideale verso il resto del mondo.

R.: In che relazione sono, nella tua produzione ambient, registrazione e live performance? Trovi grandi differenze in questi processi? E per quanto riguarda il rapporto composizione/improvvisazione?

F.: Nella mia musica c'è grande spazio per l'improvvisazione che ha un ruolo importante anche nelle performance dal vivo. Di un brano rimane come colonna portante la struttura di accordi o molte volte solo il mood, tutto il resto cambia a seconda dell'ispirazione del momento. I brani dal vivo possono anche cambiare quasi completamente rispetto alla registrazione iniziale, dipende dallo stato d'animo, dalla location in cui suono e da tanti altri fattori.


R.: Recentemente hai avuto modo di esibirti in un contesto di peso come quello londinese. A tuo modo di vedere, che impatto può avere l’ambient music italiana nella scena britannica? E’ possibile far pervenire agli ascoltatori un certo codice stilistico, che tu rappresenti bene, e che potremmo definire ‘mediterraneo’?

F.: A Londra ho portato LACANAS, lo spettacolo sulla musica sarda. Una sorta di esperimento con i tape loops sulla musica tradizionale sarda, che opportunamente rallentata di oltre il 400% ed arricchita di riverberi ed echi diventa un drone ambient di straordinaria intensità. Il riscontro è stato notevole e ne sono davvero soddisfatto, pur non avendo ancora registrato ufficialmente i brani su un disco, infatti lo spettacolo per ora esiste esclusivamente in una dimensione live.

Su Youtube sono presenti le quattro sessions registrate sempre dal vivo, sulla falsa riga delle ambient guitar sessions, nei paesaggi sardi.


R.: Siamo spesso condizionati dal pregiudizio che uno strumentista ascolti prettamente musica concernente il proprio strumento. Come invece la musica in generale pensi abbia contribuito alla tua formazione artistica? Esistono per te dei compositori (chitarristi o meno) che ritieni dei modelli?

F.: Il musicista che più ispira la mia musica è, come egli stesso si definisce, un non-musicista, ovvero Brian Eno. Potrei nominare anche William Basinski, di cui adoro il bellissimo lavoro sui tape loops. Mentre Christian Fennesz è sicuramente uno dei miei chitarristi di riferimento assieme a The Edge degli U2, Robert Fripp e David Gilmour.

Prendo poi ispirazione da tutta la scena post-rock e space-rock americana ed inglese con band come Mogwai, Stars of the Lid, Explosions in the Sky, Boards of Canada, Aphex Twin fino all'Islanda dei Sigur Ros.


R.: In quanto io stesso chitarrista e musicista sperimentale condivido con te e tanti altri la passione per pedali e devices: se dovessi scegliere un massimo di 3 effetti a cui non potresti attualmente rinunciare, cosa risponderesti e perché?

F.: Il primo sarebbe di sicuro il BigSky della Strymon, per ora rimane il pedale riverbero più completo. Non è stato ancora eguagliato in quel campo.

Il secondo è il Boomerang Looper Phrase Sampler III, per ora lo ritengo il looper migliore e più completo per costruire un brano nella sua interezza.

Il terzo è un pedale qualsiasi della Chase Bliss Audio, io uso il Dark World e il Mood, in futuro mi prenderò anche il Blooper. La Chase Bliss non sbaglia un colpo, i suoi pedali sono uno più geniale dell'altro e aprono terreni sterminati di ispirazione musicale. Sono strumenti indispensabili per la musica sperimentale a mio parere.

Tutti gli altri pedali che uso dai vari Boss, EHX, Death by Audio, Hologram Electronics, Demedash Effects, Zcat Pedals, Tc Electronic, Walrus Audio hanno tutti belle specificità che li contraddistinguono ma non arrivano ad avere la versatilità dei tre che ho nominato prima.


R.: Oltre all’attività solista porti avanti progetti e/o collaborazioni in campo ambient o di altro tipo?

F.: Nel 2018 ho formato i PCM assieme al produttore Matteo Cantaluppi e al musicista Matteo Milea. I PCM sono un progetto drone/ambient con svariate influenze che arrivano fino al dark, industrial e noise. Abbiamo pubblicato ATTRAVERSO , il primo disco, ad Ottobre del 2019 per la label americana n5MD e abbiamo già in cantiere il secondo lavoro. Contiamo in futuro di esordire anche in live. Incrociamo le dita!

Mentre su Youtube mi capita spesso e volentieri di pubblicare “duetti” ambient virtuali e reali con musicisti da tutto il mondo come Make Like a Tree, Chords of Orion, Antoine Michaud, Andrea Carri, Gaetano Fontanazza, Hangbient e nei prossimi mesi Nick Gambino e From Overseas.


R.: Se volessi suggerire un tuo album, videoclip, o registrazione live a chi non ti ha mai ascoltato cosa indicheresti per offrire una sintesi del tuo linguaggio?

F.: L'album di cui vado più fiero e che mi rappresenta maggiormente è SOUNDSCAPE BOX I (2014), anche se la mia musica è cambiata moltissimo nel corso degli anni e solo ora sto registrando nuovamente in studio materiale nuovo.

Le Ambient Guitar Sessions presenti su Youtube sono di sicuro una buona sintesi per capire il mio linguaggio musicale.

Mentre le registrazioni live dei miei concerti cambiano continuamente per i motivi che ho spiegato prima e mi rappresentano in quel preciso momento o periodo in cui ho suonato.



R.: Infine l’altra domanda di rito! Raccontaci se hai progetti per il futuro, a breve o lungo termine.

F.: Ai primi di Marzo uscirà Planet Nine, un mio nuovo brano contenuto nella sesta VA compilation della Assembly Field, mentre A Thousand Years, un brano scritto a due mani con Andrea Carri è contenuto nel suo nuovo disco Singularity, appena pubblicato per la Mellotron Rec. Sto registrando materiale nuovo e nei prossimi mesi cercherò di registrare Lacanas su disco e come ho già accennato il nuovo disco dei PCM verrà pubblicato probabilmente a fine anno o all'inizio del 2021.



Saluto dunque e ringrazio Perry Frank per la disponibilità e gentilezza,

lasciando ai lettori i link utili per approfondire la sua musica e seguirne le news:


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